Siamo portati ad essere di buon umore, in una bella giornata luminosa, nonostante ciò può capitare, in quel medesimo frangente, che la mente si rifugi a scenari del passato, vicini a qualche persona in particolare, che abbiamo perso di vista, o che non graviti più nei nostri dintorni.
Queste mancanze, probabilmente, avvengono in quei periodi di fragilità del profondo. Infatti si instaura, in noi, una sorta di strano meccanismo, che ci rende molto sensibili a speciali eventi del passato, in cui qualcuno, si è preso particolarmente cura di noi.
Allora ci si chiede se “questo qualcuno” sia ancora vivo, se abbia cambiato il suo tenore di vita, e quanto altro, si possa fantasticare, per rendere molto consistente l’idea del soggetto che fa capolino nel pensiero.
Nostalgia, e rivisitazione di scene vissute, paiono prendere il sopravvento, e l’analisi mentale di alcuni momenti catturati, inizia il suo interminabile corso….
Probabilmente, nel presente, avremmo avuto degli atteggiamenti diversi, anche più riflessivi, e forse la situazione avrebbe avuto, uno svolgimento del tutto nuovo, e più accattivante per il nostro io…..ciò non toglie che quella presenza, ora ci manca, e non possiamo più tornare sui nostri passi, anche per una pura questione di orgoglio.
Effettivamente nel tempo, ogni evento della nostra vita “si interpreta” in modo distinto….ciò è dovuto, al periodo che stiamo affrontando, al nostro stato di salute, ed anche ad una serie di svariati fattori che fanno “il loro gioco” in quel momento.
Le mancanze emotive, si avvertono molto di più, quando si ha la certezza di non poter più avere dei contatti, con la persona in questione, ed è allora che la mente si crogiola, con più insistenza, su quel senso di intensa, e pungente, malinconia. Questa si trasforma inevitabilmente in una motivazione di vita, che in parte, riesce a sfumare respiri di noia……
@Silvia De Angelis
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